Un nuovo corso per questo blog che da tanti anni raccoglie informazioni sul mondo dell’arte con un punto di vista orientato a considerare l’arte come elemento necessario allo sviluppo dell’uomo e di qualsiasi produzione umana.
Il punto di partenza è la città dalla quale scriviamo, Cosenza, con un occhio sulle prospettive e le occasioni di tutta Europa, nel capo delle arti visive, del design e dell’architettura. Dal villaggio locale a quello globale.
La città è una invenzione dell’uomo, un prodotto umano, stratificazione delle idee e delle azioni degli uomini e le donne che l’hanno vissuta. Il centro storico di Cosenza è un esempio affascinante di “archivio”, un’eccellente “enciclopedia” su gli uomini e le donne che l’hanno costruita, modellata e spesso violentata .
Su questa stupenda perla culturale si sono consumati litri di inchiostro, quintali di carta e milioni di megabyte.
Sindaci su sindaci, determina su determina, denaro su denaro dai tempi dei vari piani Urban, per non parlare delle parole, a fiumi, esondazioni pre-elettorari di slogan e frasi fatte con al centro il bene e la rinascita di Cosenza partendo dal suo borgo antico. Ci sono voluti venti anni per dare esecuzione ad un contratto di quartiere, quello di Santa Lucia, e chissà quanto ancora si dovrà aspettare per vederlo completato.
Purtroppo come accade ormai spesso, dalle nostre parti e qui mi riferisco a l’Italia intera, “gioielli” come Cosenza Vecchia sembrano destinati a non progredire, a rimanere “archivi” mal custoditi in preda al malcostume e al malaffare, sotto gli occhi di tutti le condizioni in cui riversano i vicoli, i palazzi e l’ambiente del borgo antico. Nonostante tutto, nonostante anche le ultime buone intenzioni del sindaco attuale, Mario Occhiuto, il progetto di rinnovamento e di rilancio di Cosenza Vecchia sembra non dover mai decollare.
Notizia di oggi è la bocciatura del governo alla richiesta di fondi rivolti alla messa in sicurezza del centro storico.
Qui mi fermo, niente da aggiungere, perché non ho necessarie ulteriori informazioni sul perché il governo abbia rigettato una richiesta apparentemente legittima e di buon senso. Aspetterò con pazienza i risvolti di questa amara decisione.
Nel frattempo, l’unica cosa che posso augurarmi nel concludere e che ciò non dipenda da una mal elaborazione della richiesta da parte dell’amministrazione comunale, da qualche disattenzione dirigenziale.
Rimane in fondo l’amarezza e il dubbio che l’Italia sia ancora il miglior posto dove vivere, dare vita ai propri sogni.