Il mercato dell’arte è in continua evoluzione e trasformazione, soprattutto dopo la pandemia che ha colpito il mondo intero nel 2020. In questo contesto, molte città hanno visto una rinascita e un’espansione dell’offerta artistica e culturale, in particolare nella west coast americana e in Asia, dove Seoul e Singapore si sono imposte come poli di attrazione per gli appassionati e gli operatori del settore. Nuove fiere e gallerie si sono fatte spazio, offrendo una varietà di proposte e di linguaggi, e le aste non hanno mai smesso di lavorare, registrando quotazioni sempre più alte per le opere d’arte.
Chi lavora nell’arte a livello internazionale è nuovamente sotto pressione, sia per la concorrenza che per le aspettative del pubblico. Per la prima volta una ricerca rende noti gli stipendi lordi annui dei professionisti di questo mercato, che dalle gallerie alle case d’asta, dagli art advisory alle fiere d’arte, dagli studi d’artista alle agenzie di comunicazione dell’arte, hanno professionalità molto spiccate. Il sondaggio è pubblicato da Sophie Macpherson Ltd, società specializzata in collocamenti di lavoro nel mondo dell’arte con sedi a Londra, New York e Los Angeles, che esamina gli stipendi nel Regno Unito e negli Stati Uniti. Da un rapido check fatto anche in Italia sugli stipendi lordi dei player a livello internazionale scopriamo che non si discostano di molto (forse un 10%) da quelli inglesi. La ricerca offre un range di valore medio per ogni professione.
In questo articolo vogliamo approfondire il tema del ciclo economico dell’arte, analizzando le dinamiche che lo regolano e le sfide che lo caratterizzano. Come si forma il valore di un’opera d’arte? Quali sono i fattori che influenzano la domanda e l’offerta? Quali sono i ruoli e le funzioni dei diversi attori del mercato? Quali sono le tendenze e le prospettive future? Cercheremo di rispondere a queste domande, basandoci su fonti autorevoli e dati aggiornati, per offrire una panoramica completa e critica di un settore complesso e affascinante.
La SML ha pubblicato il suo primo rapporto annuale sugli stipendi nell’arte, basato su dati raccolti da oltre 1.000 professionisti del settore in Regno Unito e Stati Uniti.
«Abbiamo utilizzato prevalentemente i nostri dati che incrociano i budget dei datori di lavoro con le aspettative dei candidati, così siamo riusciti a dipingere un quadro reale per quanto riguarda gli stipendi sia nel Regno Unito che negli Stati Uniti» ha dichiarato Rosie Allan, amministratore delegato di SML, in un’intervista ad ARTnews.
Il rapporto suddivide le fasce salariali per vari livelli di lavoro in nove categorie: case d’asta (funzioni aziendali e specialisti), gallerie commerciali (vendite e non vendite), art advisory, fiere d’arte, studi di artisti, agenzie di comunicazione e «mondi alternativi e tecnologici dell’arte». La forbice tra i salari annui si basano sugli stipendi base delle diverse posizioni lavorative senza tener conto di commissioni, bonus e altri vantaggi comuni per i direttori vendite nelle gallerie, per gli specialisti delle case d’aste, per gli art advisor e i direttori delle fiere. Sia nei ruoli più anziani che in quelli più giovani la fascia alta degli stipendi negli Usa supera quella in Uk, anche se la sterlina ha riacquistato forza negli ultimi mesi.
Quali sono le principali tendenze emerse dal rapporto? Innanzitutto, si nota una forte disparità tra i salari dei ruoli più senior e quelli più junior, soprattutto nelle case d’asta e nelle gallerie commerciali. Per esempio, un direttore vendite in una galleria commerciale può guadagnare tra 80.000 e 300.000 dollari all’anno negli Usa, mentre un assistente vendite si deve accontentare di una fascia tra 35.000 e 55.000 dollari. Inoltre, il rapporto evidenzia come il settore dell’arte sia ancora dominato da una maggioranza femminile (il 70% dei partecipanti al sondaggio erano donne), ma con una presenza maschile più alta nei ruoli di leadership e nei settori più innovativi come l’arte digitale e la realtà virtuale.
Lo studio ha rilevato che le retribuzioni variano notevolmente a seconda del ruolo, della dimensione e della localizzazione della galleria o della casa d’asta. In generale, le gallerie più grandi e quelle situate negli Stati Uniti offrono stipendi più alti rispetto alle gallerie più piccole e a quelle nel Regno Unito.
In galleria le più alte retribuzioni annue sono dei direttori vendite senior e dei partner delle grandi gallerie: negli Stati Uniti i primi possono guadagnare tra 225.000 e 425.000 $ e nel Regno Unito tra 213.000 e 250.000 £ (circa 265.000 – 312.000 $), un partner statunitense supera i 400.000 $ in casa d’asta. Il rapporto fornisce il range di stipendio per oltre una dozzina di posizioni nei due paesi, con i direttori delle comunicazioni e dei direttori finanziari che sono i più ben pagati in entrambi i mercati. Negli Stati Uniti, un professionista che lavora a stretto contatto con l’artista (Artist Liaison) o un direttore delle mostre è in genere meglio retribuito (103.000 – 213.000 $) rispetto ai colleghi britannici (40.000 – 85.000 £ o 50.000 – 106.000 $). All’estremo opposto della scala, un assistente di galleria, cioè chi è seduto alla reception, può guadagnare tra 23.000 – 30.000 £ (28.700 – 37.400 $) nel Regno Unito e 40.000 – 70.000 $ negli Stati Uniti. Un assistente alle vendite, la posizione più bassa nel team di vendita, guadagna leggermente di più: 28.000 – 40.000 £ (35.000 – 50.000 $) nel Regno Unito e 43.000 – 70.000 $ negli Stati Uniti.
In casa d’asta gli stipendi nei due paesi sono più allineati, poiché spesso le società sono internazionali. Ad esempio, un business director inglese può guadagnare tra 50.000 e 130.000 £ (62.000 – 162.000 $), un americano tra 90.000 e 180.000 $. Allo stesso modo, lo stipendio di un executive assistant inglese potenzialmente guadagna più di un collega americano: il range varia tra 45.000 – 60.000 £ (56.000 – 74.000 $) rispetto ai 48.000 – 70.000 $. Sul fronte degli specialisti d’asta la disparità si inverte ed è ancora più ampia: un vicepresident senior Usa (il titolo più alto riportato) può aspettarsi di ricevere almeno 350.000 $, mentre il suo omologo inglese arriva solo a
130.000 £ (162.000 $). Anche in ambito fieristico le differenze di salario tra i direttori artistici americani o inglesi sono rilevanti: i primi guadagnano tra i **200** mila e i **300** mila dollari all’anno, mentre i secondi si fermano tra le **80** mila e le **120** mila sterline.
Infine, il rapporto offre alcuni consigli utili per chi vuole entrare o progredire nel settore dell’arte, come l’importanza di costruire una rete di contatti, di aggiornare le proprie competenze digitali e di essere flessibili e aperti a nuove opportunità. Se volete approfondire il rapporto sugli stipendi nell’arte di SML, potete scaricarlo gratuitamente dal loro sito web: https://www.sophiemacpherson.com/art-market-salary-report-2023/