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Walter Marchetti: Osmanthus fragrans

Un artista, una pianta

“Osmanthus Fragrantis” è una delle opere dell’artista Walter Marchetti, che unisce elementi simbolici e naturali, spesso con riferimenti alla botanica.
Walter Marchetti è un artista contemporaneo noto per il suo uso poetico di fiori e piante, evocando storie ed emozioni attraverso forme organiche e complesse.

L’osmanthus, in particolare, è una pianta che porta con sé significati profondi in diverse culture, soprattutto in Oriente, dove è spesso associato a bellezza e purezza. Nella cultura cinese, l’osmanthus fragrans è un simbolo di prosperità e nobiltà.

Il titolo dell’opera, “Osmanthus Fragrantis”, suggerisce un’esplorazione sensoriale legata all’olfatto e alla memoria, temi ricorrenti nelle opere di Marchetti. Il profumo della pianta diventa un veicolo per trasmettere sensazioni delicate e ricordi fugaci, tipici della sua poetica.

Osmanthus fragrans

È la cultivar più conosciuta; è infatti quella adatta a realizzare delle siepi alte e odorose. Per questa ragione, viene chiamato anche osmanto gigante. Può infatti superare i 5 metri d’altezza e, se scelto nella sottospecie aurantiacus, ovvero l’osmanto arancio, emette piccoli fiori gialli dal vago sapore d’arancio.

osmanto
La pianta dell’Osmanto Odoroso

L’osmanto odoroso cresce su terreni sabbiosi e ben drenati e i suoi fiori, piccoli e di forma tubolare, hanno un profumo che somiglia un po’ a quello dei fiori di magnolialimone e gelsomino.

Il suo nome deriva dalle parole greche “osme”, profumo e “nathos”,  fiore. In Cina, viene chiamato gui hua (“piano”, “esame”) e viene coltivato nei pressi dei templi buddisti. Si dice infatti che provenga dal paradiso lunare.

Una leggenda vuole che un dio, volendo lenire le piaghe dell’umanità, decise di spargere semi di osmanto sulla Terra.

Altre Tipologie di Osmanto

Osmanthus thunbergii, Osmanthus heterophyllus, Osmanthus delavayi

Questa pianta è particolarmente quindi diffusa in Cina Occidentale, Giappone e Taiwan. Viene spesso confusa con l’agrifoglio, in quanto presenta anch’essa foglie seghettate. Il primo, però, produce fiori dal bianco al rosso e bacche bluastre ed ovoidali, mentre quelle dell’agrifoglio sono tonde e rosse. In Patria, è simbolo d’amore e romanticismo, infatti viene regalato dalla nuova famiglia alla sposa come segno di accoglienza e prosperità.

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Note sull’Artista:

Walter Marchetti è una figura emblematica della musica d’avanguardia, le cui ricerche pionieristiche hanno aperto nuovi orizzonti compositivi, distaccandosi dalle rigide strutture della musica seriale per abbracciare l’indeterminatezza, il silenzio e l’aleatorietà. La sua carriera ha attraversato diversi momenti chiave della scena artistica internazionale, dalle lezioni con Bruno Maderna all’incontro decisivo con John Cage, fino alla fondazione del gruppo Zaj a Madrid, che ha avuto un ruolo cruciale nella promozione dell’arte moderna.

Copertina dell’opera “Il divano dell’orecchio” – Edito da Alga Marghen, Milano, 2010 A cura di E. Carcano, 350 copie Scatola di cartone, 33 x 33 x 3,5 cm. contenente cinque registrazioni in vinile da 12” con nove azioni musicali Ogni copertina riporta la documentazione fotografica delle opere dell’artista e della performance Le buste interne riproducono le copertine originali dei dischi in vinile da 12”.
Il cofanetto presso la Fondazione Bonotto

 

Gli esordi e l’influenza di John Cage

Nel 1956, Marchetti iniziò la sua formazione musicale sotto la guida di Bruno Maderna a Milano. Qui conobbe il compositore spagnolo Juan Hidalgo, con il quale intrattenne una lunga amicizia e collaborazione artistica. Tuttavia, fu nel 1958, dopo l’incontro con John Cage, che la carriera di Marchetti prese una svolta decisiva. Le teorie di Cage sulla composizione aleatoria e sull’importanza del silenzio come parte integrante della musica lo portarono ad abbandonare l’ortodossia dodecafonica e seriale, in favore di una nuova visione compositiva in cui l’aleatorietà diventava un elemento strutturale.

L’influenza di Cage si fece immediatamente sentire: nel 1959, Marchetti partecipò al Primo Concerto di Musica aleatoria a Milano, un evento che vide la presenza dello stesso Cage, di Hidalgo e di altri compositori d’avanguardia, mettendo in scena opere sperimentali che sfidavano i concetti tradizionali di composizione musicale.

Il gruppo Zaj e la scena artistica europea

Nel 1960, Marchetti si trasferì a Barcellona, dove con il compositore catalano Josep Maria Mestres Quadreny organizzò una serie di concerti innovativi, denominati Música Abierta, all’interno delle attività del Club 49. Questo fu un periodo fertile per Marchetti, in cui l’artista esplorò nuove forme di espressione musicale e artistica, sempre più vicino all’avanguardia internazionale.
música española contemporánea la vanguardia musical en España años 70

Il vero punto di svolta, però, arrivò nel 1964 con il trasferimento a Madrid e la fondazione del gruppo Zaj. Insieme a Juan Hidalgo e Ramón Barce, Marchetti creò un collettivo che non si limitava alla musica, ma che abbracciava tutte le forme d’arte contemporanea. Zaj divenne un laboratorio creativo per promuovere e diffondere l’arte moderna, attraverso eventi, performance e pubblicazioni. Nel 1968, Marchetti pubblicò Arpocrate seduto sul loto, un libro d’artista che fungeva al contempo da trattato di composizione, riflettendo il suo pensiero rivoluzionario.

Gli anni ’70 e l’esperienza Fluxus

Foto: da sin. Gianni Sassi, John Cage, Mino Bertoldo, Walter Marchetti all’Out Off in occasione della conferenza stampa per ilo concerto di John Cage al Teatro Lirico © Teatro Out Off

Nel corso degli anni ’70, Marchetti fu parte attiva del movimento Fluxus, una rete internazionale di artisti e musicisti che promuovevano un’arte interdisciplinare, sperimentale e performativa. A Milano, collaborò con figure come Demetrio Stratos e Gianni Emilio Simonetti, portando avanti ricerche sonore e artistiche al limite dell’improvvisazione.

 

Uno dei progetti più significativi di questo periodo fu la sua collaborazione con John Cage nell’evento Il treno di John Cage (Bologna, 1978), un’esperienza unica che fuse musica, viaggio e paesaggio in un’opera interattiva.

“Natura morta” – Rotonda della Besana, Milano, 1987. Fondazione Bonotto Archivio, Coloured photo by F. Garghetti, 14.5 x 21 cm
“Natura morta” – Pratolino, Firenze, 1987. Fondazione Bonotto archivio, Coloured photo by F. Garghetti, 20 x 29 cm.

La produzione discografica e l’eredità artistica

A partire dal 1974, Water Marchetti registrò numerosi dischi, soprattutto con l’etichetta Cramps Records di Gianni Sassi, e successivamente con Alga Marghen, continuando a esplorare l’aleatorietà e il silenzio nelle sue composizioni. I suoi lavori non erano semplici opere musicali, ma riflessioni poetiche sull’arte del suono e del tempo, in cui lo spazio tra le note diventava essenziale quanto le note stesse.

Marchetti rimane un artista che ha sfidato i limiti della musica e dell’arte, cercando sempre di andare oltre le convenzioni. La sua visione dell’aleatorietà, dell’imprevedibilità e del silenzio ha aperto la strada a una nuova comprensione del suono e della composizione, influenzando generazioni di musicisti e artisti.

 

The Barbarian

Mappatori e giardinieri dei giardini Urbani diffusi. Profilo del gUd | team

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